Nel giorno settimanale di Venerdì, nel numero riportato dal calendario come 21, nel mese di Giugno in cui l'aria primaverile si riscalda per lasciar posto all'afa estiva, l'odierna "Orchestra Giovanile dell'Umbria" (nome arrangiato che presto verrà modificato in meglio), si è imbattuta nel suo primo, ufficiale esordio.

In esso ha dovuto stupire il pubblico del "centru dellu munnu", Foligno, missione che sembra essere riuscita con ottimi voti.

Il tutto si è svolto in Piazza della Repubblica, nella quale un'ondata di orchestrali sfoggianti elegantissimi completi neri ha interrotto la solita routine, i soliti suoni, le solite melodie.

Difatti, nello spazio dedicato all'orchestra,  sono state disposte sedie con i rispettivi leggii, microfoni, casse, custodie, archetti, contrabbassi, fisarmoniche varie, peci, cartelline, mollette, partiture, borse con il cambio...

Perciò fin da subito i folignati hanno potuto osservare un cambiamento e ne sono stati incuriositi, si sono disposti in semicerchio davanti all'orchestra e hanno iniziato a guardare, inconsci, però, che quelle fossero ancora delle prove.

Diverse note dopo, l'insieme di archi era pronto per far vedere, o meglio sentire, il lavoro di mesi, le sudate degli studenti, le faticate degli insegnanti.

La gente che parla, l'impatto delle scarpe che toccano il suolo, il muratore che trapana, le campane che suonano, gli spicci che il venditore riscuote al comprante, lo sgranocchiare dei denti il cono gelato, l'abbaiare dei cani, il rumore delle ali dei piccioni che sbattono. Tutto era fermo. Ansi, tutto continuava ad accadere, ma era coperto dall'armonia creata dagli archetti che strusciando sulle corde attaccate,effettivamente,ad un pezzo di legno, provocavano. Era coperto dal battito accelerato dei sonanti, dai loro piedi che battevano a tempo, prima con l'entusiasmo dei brani irlandesi, poi col fascino dei tanghi argentini. Come saluto, l'orchestra ha ben pensato di interpretare una delle canzoni che non ha bisogno di presentazioni, che non tramonterà mai anche col passare dei secoli: "New York, New York".

Infine, nel momento in cui i brani da suonare erano terminati, è partita dal pubblico una nuova sinfonia, un nuovo brano, anch'esso famosissimo, spontaneo e improvvisato : l'applauso.

 

Francesca Naima Bartocci


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