... Eufonia è una cittadina di dodicimila anime che sorge sulle pendici dell’Hartz, in Germania. In realtà è un unico grande conservatorio di musica, perché la pratica di quell’arte è il solo fine dell’attività degli abitanti. Tutti gli eufoniani, uomini, donne e bambini, si occupano esclusivamente della musica, del canto, dello studio dei diversi strumenti e di tutto ciò che ha un’attinenza diretta con l’arte musicale. Sono per la maggior parte sia strumentisti che cantanti: alcuni che non sono esecutori, si occupano della fabbricazione degli strumenti, della scrittura e della stampa degli spartiti, altri si dedicano a ricerche di acustica e allo studio di tutti i fenomeni fisici che concorrono alla produzione dei suoni. […]

L’educazione degli eufoniani è così organizzata: i bambini cominciano prestissimo ad esercitarsi in tutte le combinazioni ritmiche e nel giro di pochi anni arrivano a superare senza sforzo le difficoltà insite nella suddivisione dei tempi della battuta, nelle forme sincopate, nelle mescolanze di ritmi inconciliabili e via dicendo. Segue lo studio del solfeggio, condotto di pari passo con quello degli strumenti, e un po’ più tardi quello del canto e dell’armonia. Al sopraggiungere della pubertà, in quel momento di sboccio della vita in cui le passioni cominciano a farsi sentire, si cerca di sviluppare in loro il giusto senso dell’espressione e quindi del bello stile. […]


Gli eufoniani pongono al di sopra di tutto la rara facoltà di apprezzare, nell’opera dei compositori come nell’esecuzione degli interpreti, la verità espressiva. […] Cattedre di filosofia della musica, occupate dai massimi eruditi contemporanei diffondono fra gli eufoniani sani principi sull’importanza dell’arte e la sua destinazione, promuovono la conoscenza delle leggi su cui si fonda la sua esistenza e forniscono nozioni storiche corrette sulle rivoluzioni che ne hanno segnato il corso. […]



...Tutti hanno una voce; perciò ogni eufoniano è tenuto a educare la sua e ad apprendere i primi rudimenti dell'arte del canto. Così i suonatori di strumenti a corde, i quali possono suonare e cantare contemporaneamente, formano un secondo coro di riserva a cui il compositore ricorre in certi casi e il cui ingresso inaspettato produce a volte effetti straordinari. I cantanti, da parte loro, sono tenuti a conoscere il meccanismo di certi strumenti a corde e  a percussione e, quando occorre, a suonarli mentre cantano. Sono tutti arpisti, pianisti, chitarristi; molti di loro sanno suonare il violino, la viola, la viola d'amore o il violoncello; i bambini suonano il sistro moderno e i piatti armonici, un nuovo strumento che ad ogni colpo produce un accordo. [...]


Gli eufoniani ricevono un’accurata educazione letteraria che permette loro di apprezzare in una certa misura le bellezze dei grandi poeti antichi e moderni. Chi fornisce prova di totale ignoranza e incompetenza in questo campo non potrebbe mai aspirare ad incarichi musicali di un certo livello. […]


...Le parti recitate e gli assolo vocali e strumentali sono affidati soltanto a quegli eufoniani che, per conformazione e per speciale talento, sono più adatti ad eseguirli. E' una ricognizione paziente, un concorso che si svolge pubblicamente davanti a tutto il popolo, al quale spetta la scelta; esso dura tutto il tempo necessario. Per le celebrazioni del decennale della festa di Gluck, la ricerca dell'esecutrice più adatta a cantare e a impersonare Alceste è durato otto mesi e sono state ascoltate una dopo l'altra quasi mille candidate. [...]


Da Eufonia o la città musicale di Hector Berlioz, Sellerio editore, Palermo 1993




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